Un’ora. Un mese o forse più. Per riordinare le idee. Per avere il tempo di piangere e di sorridere ancora. Prendersi un po’ di tempo per riflettere. Per distrarmi. Aspetto.

Aspetto di cadere per poi rialzarmi per cicatrizzare le ferite. Devo riprendere fiato.

Smettila.

Di fare ciò che gli altri si aspettano da te. Di capire perché non ti capiscono. Smettila con la solita routine, smettila di fare sempre le stesse cose ogni giorno, smettila. Smettila di giudicarti. Smettila di avere fretta. Tu sei importante, a prescindere da ciò che fai, sei importante per te, ricordatelo sempre. Prenditi cura di te stessa. Perché non sei ciò che fai, tu sei ciò che sei e basta, quella che vuoi essere.

E se non hai voglia di scrivere, se non hai voglia di uscire, non nasconderti dietro ad un rossetto rosso cosi tutti pensano che tu sia felice, non farlo. Prenditi un’ora, un giorno, o forse più.

Un mese, come ho fatto io, prima di riscrivere, e dimostrare a tutti chi sono io, che cosa voglio, anche se prima dovrò capirlo io. Sono stata in pausa. Perché ne avevo bisogno. Perché ci sono giorni in cui devi solo elaborare e rielaborare, pensi continuamente. Un dolore, una delusione, un abbandono. Una ferita che diventerà cicatrice, ma non farà più male. Sarà un ricordo, di quella volta che sei caduta e ti sei rialzata. Senza fretta. Con tutto il tempo di cui avevi bisogno. Con tutto l’amore che puoi provare nei confronti di questa te, che è la tua migliore amica. Ed è la persona con cui dovrai vivere tutta la tua vita.

Per chi se lo fosse chiesto: non ero sparita. Ma ne avevo voglia. E mi era necessario per sopravvivere vivere di nuovo.

 

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